È un breve scherzo sinfonico ispirato a certi movimenti del vento, quello che ho osservato un giorno arrivando in automobile all’alba in Puglia; quello che muoveva gigantesche pale eoliche stagliate su un cielo che si andava schiarendo. Questi solenni mulini a vento stavano catturando l’energia delle rèfole eoliche, per portarla nelle nostre vite quotidiane.
La partitura di questo Scherzo prova a imitare ighirigori del vento, il soffio che fa volare frammenti di melodie, schegge di ritmi, echi di un valzer.
Piccole folate di danza fra mulinelli che rimbalzano e alla fine si allontanano, senza rallentare, fino a sparire.