Liberamente ispirata a testi di Herman Hesse, Giorgio Caproni, Arthur Rimbaud, Vincenzo Cardarelli, Nazim Hikmet, Vladimir Solouchin, Oscar Wilde, Giuseppe Ungaretti, Mario Luzi, Blaga Dimitrova, Wisława Szymborska, Saffo, Alceo, Gustave Flaubert, Czesław Miłosz, la Sinfonia delle stagioni è un’opera sinfonica dedicata a un antico tema che sempre ha ispirato poeti, pittori, musicisti: l’avvicendarsi delle stagioni, sia nell’aspetto direttamente naturalistico, sia nell’aspetto metaforico. La sinfonia è naturalmente in quattro movimenti. L’apertura sulla bruciante festa “carnale” dell’estate è seguita dall’autunnale appassirsi delle energie, dall’infiacchirsi del calore; e poi il gelo invernale, la tenebra, il letargo che darà il passo alla rinascita primaverile, alla speranza vitale, al cielo che schiarisce nell’intermittenza di piogge leggere, al risveglio di Eros. Questo il tema che mi è sembrato più adatto all’occasione quando mi è stato chiesto di scrivere una partitura dedicata all’evento che ha colpito la città dell’Aquila e l’Abruzzo nel 2009, un’opera da eseguirsi nel Decennale di un terremoto che ha lasciato lutti incancellabili, buio civile, su cui aleggia la speranza di ricostruzione, di rinascita, di un domani primaverile.