Corriere Mercantile – 24 aprile 2010
di Andrea Ottonello
Un vero peccato che il Carlo Felice non fosse esaurito, giovedì sera, per la prima di “Padre Cicogna”, il poemetto scritto nel 1969 dal “credente ma non praticante” Eduardo De Filippo: la vicenda del prete spretato per amore di una donna e la sua caparbietà nel tener fede al voto di mettere al mondo con la donna che ama tre figli maschi, di chiamarli coi nomi dei Re Magi e di far cantare loro a Natale “Tu scendi dalle stelle”; ma l’epilogo sarà dei più tragici, con la morte inesorabile dei pargoli e il vuoto attorno, creato dalla società ipocrita e bigotta. Ultima replica questo pomeriggio alle 15,30.
Una storia nera, senza catarsi, ma anche un inedito che fa tappa a Genova dopo la prima rappresentazione lo scorso 20 dicembre a Napoli e dunque opportunità preziosa di accostarsi a un magnifico testo rivestito di musica con passione ed entusiasmo da Nicola Piovani, che per l’occasione ha anche diretto le maestranze del Carlo Felice a un anno dal suo primo “contatto” nella scorsa stagione. Suo compagno di strada di lusso Luca De Filippo, che in apertura, con una raffinatezza, un garbo e una signorilità che di rado oggi si vedono in palcoscenico, ha salutato gli spettatori, per poi farsi voce recitante in musicalissimo dialetto napoletano: una vera delizia, la sua prova, di grande impatto e suggestione – con buona pace di qualcuno che in platea mugugnava perché non capiva proprio tutto. A completare il quadro , i solisti di canto, tra cui si sono distinte Susanna Rigacci e Susy Sebastiano, che hanno integrato con i loro preziosi contributi locali la musica di Piovani: ora morbida e avvolgente (all’inizio dell’avventura di padre Cicogna), ora tutta traboccante folklore napoletano (all’arrivo della nuova famiglia al rione Sanità) ora tormentata, scura e spessa (morte dei figli): un affresco sonoro amorevole, che si è letteralmente cucito addosso il testo eduardiano. Il pubblico ha interrotto più volte lo spettacolo con applausi spontanei, decretando un successo pieno, con tanto di finale standing ovation per De Filippo junior e Piovani; quest’ultimo, pure salutato con un fragoroso “battipiedi” dall’orchestra. Come “bis”, la “ninna nanna” che Eduardo scrisse proprio per figlio, già interpolata alla narrazione della vicenda con consumata maestria da Piovani.
La serata era stata preceduta da un incontro pubblico nel foyer del teatro, con Piovani e De Filippo mattatori; ci piace chiudere con quanto quest’ultimo ha detto rispondendo alla domanda se al papà sarebbe piaciuto vedere il suo poemetto trasformato in racconto sinfonico: “Sarebbe facile rispondere “sì molto!”, ma la mia risposta è che non lo so, perché mio padre non c’è più e non è mia abitudine attribuire ad altri pensieri che non gli appartengono è una questione di etica e di rispetto posso dire che a me e Nicola è piaciuto e molto”. D’accordissimo con lui.