Ho avuto la prima idea di questa cantata più di dieci anni fa. Durante una rilettura dell’Orestea di Eschilo rimasi colpito dai versi di Atena nelle Eumenidi: ci sentivo una sorprendente consonanza con gli scritti dei lavori preparatori della Costituente, di cui mi ero occupato da poco, nonché degli articoli stessi della Costituzione. Più che colpito, direi emozionato. Era un momento in cui i valori fondanti della nostra Costituzione antifascista venivano messi in discussione da alcune correnti i pensiero reazionarie. e questo rendeva ancor più preziosi quei valori. L’idea di farne una Cantata sinfonica naturalmente non nasceva dall’ambizione di prendere una posizione, di ribadire principî, di musicare quei valori; bensì dal desiderio
di affidare alla musica e al canto la commozione dello scoprire la consonanza fra quei temi antichissimi e le aspirazioni di chi aveva lottato per liberare l’Italia dalla tirannia fascista. Eschilo, per bocca di Atena, 2480 anni fa (duemilaquattrocentottanta) dava senso a valori civili moderni, a quei valori che ancora oggi faticano ad essere affermati in pieno. L’empito civile che c’è nelle lettere di padri e madri costituenti del 1947 ha radici etiche e poetiche anche nella antica cultura ateniese, nei versi di Eschilo; il quale, da ex combattente, lancia un appello di non-violenza, di convivenza, di pace, e lo fa attraverso la voce di Atena. Ho cercato di mettere in musica i commoventi versi di questa divinità che fa appello all’animo pacifico dei suoi concittadini: non più violenza per dirimere questioni ma dialogo. Non più la spada per vincere, ma il pensiero per convincere. Non più il sangue ma la parola.
Nicola Piovani